La risoluzione n° 6 sugli OPG approvata dal Senato nella seduta del 27 settembre scorso rappresenta un punto fermo e l’inizio di una nuova fase nella battaglia per la chiusura degli OPG.

Il punto fermo, da cui non sarà più possibile prescindere nelle future realizzazioni per la chiusura degli opg, stabilisce che “…le condizioni di vita e di cura all’interno degli ospedali psichiatrici giudiziari sono attualmente incompatibili con le disposizioni costituzionali in materia di diritto alla salute, libertà personale e umanità del trattamento, nonché con la disciplina di livello primario e secondario relativa alla sanità penitenziaria…”.

Davanti a così gravi condizioni non saranno sufficienti, in nessuno degli attuali istituti, interventi, pure necessari in questa fase transitoria, per adeguarli agli standard ospedalieri a livello nazionale e regionale: gli opg vanno chiusi e attivate con il coinvolgimento delle Regioni le strutture idonee a realizzare una gestione interamente sanitaria degli internati, con vigilanza, ove necessario, esterna del personale penitenziario.

Psichiatria Democratica rimarca comunque con forza che nessuno degli attuali OPG deve trasformarsi in nuovi OP, aboliti, è bene ricordarlo, dalla legge 180 fin dal 1978.

Dopo la delibera del Senato quindi l’intervento per la chiusura si sposta nel territorio a tutti i livelli – politico-amministrativo (Regione, DAP, EE.LL.) e sanitario (DSM) – a partire da quegli Istituti gìà parzialmente sequestrati dalla Commissione (Montelupo F.no e Barcellona P.G.).

Psichiatria Democratica in tutte le sedi riproporrà con forza le sue proposte, che tendono a smantellare, definitivamente, gli O.P.G. attraverso la creazione di piccole strutture di accoglienza e la definizione di progetti personalizzati significativi per l’inclusione sociale e lavorativa.

Al Governo chiediamo di fissare la data certa entro cui deve avvenire la chiusura degli OPG.

Alle Regioni rinnoviamo la richiesta di supportare i Dipartimenti di Salute con risorse umane ed economiche sufficienti e durature consentendo così di attivare programmi concreti a favore degli internati.

Alla Magistratura chiediamo di adoperarsi da subito per una applicazione evolutiva, di cui già esistono le premesse giuridiche, delle misure di sicurezza e di contribuire a riformare, come auspicato anche dalla delibera del Senato, l’attuale normativa sull’imputabilità e anche su questi temi non mancherà il nostro contributo di riflessione ed elaborazione.

La chiusura degli OPG è un impegno non ulteriormente rinviabile su cui occorre mobilitare tutte le risorse disponibili, non solo quelle tecniche, ma anche i cittadini che, come testimonia il successo della raccolta di firme per la chiusura degli opg promossa da PD, sono certamente sensibili e pronti a contribuire alla realizzazione di un progetto di civiltà e giustizia impegnativo come questo.

Ottobre 2011

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