contenzione_1di Gisella Trincas. Il signor Giuseppe Casu è morto, nel servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Cagliari, mentre era legato e sedato da sei giorni. Legare un uomo in un letto d’ospedale, privandolo della libertà e della sua dignità, fino alla morte, non può essere considerato nulla! Ci saranno ancora la Corte Costituzionale e la Corte di Strasburgo a cui ricorrere per rendere giustizia a Giuseppe e alla sua famiglia. E per riconoscere, una volta per tutte, la violazione della libertà (del corpo) e della dignità della persona umana, reato penale! Lunedì nella sede dell’Asarp con Natascia Casu e il Comitato Verità e Giustizia decideremo come procedere.

Cagliari, paziente morto in Psichiatria. Assolti in appello primario e una collega

L’ex primario di Psichiatria dell’ospedale Santissima Trinità e una collega sono stati assolti. Era accusato della morte di un paziente.

Confermata dai giudici della Corte d’Appello la sentenza di assoluzione dell’ex primario di Psichiatria dell’ospedale Santissima Trinità, Gian Paolo Turri, e della sua collega Maria Rosaria Cantone, accusati della morte di Giuseppe Casu, deceduto il 22 giugno 2006 dopo sei giorni di ricovero in seguito a un trattamento sanitario obbligatorio. In primo grado il giudice Simone Nespoli aveva fatto cadere l’imputazione di omicidio colposo. Il pg Incani, in appello, aveva invece sollecitato una doppia condanna ad un anno e sei mesi di reclusione, contestando appunto l’omicidio colposo nella convinzione che il paziente sia morto per la prolungata contenzione e per l’assunzione di farmaci. In particolare, secondo l’accusa, ci sarebbe stato un nesso di causalità fra l’uso di un medicinale utilizzato nel trattamento del paziente, l’aldoperidolo, e il suo decesso. Giuseppe Casu, ambulante quartese, subì un ricoverato coatto e morì dopo una settimana di degenza in contenzione fisica e farmacologica. Sempre la Corte d’Appello aveva riformato l’assoluzione di primo grado di Antonio Maccioni, primario di Anatomia Patologica, condannato a 3 anni e 3 mesi, ritenendolo responsabile di aver sostituito i reperti anatomici di Casu.

(da l’Unione Sarda)

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