Ecco un opuscolo che ho scritto per aggiornare i medici sul comportamento da avere coi pazienti.  Ditemi che ne pensate senza mezzi termini.

Gianluca.

RICOLLOCAZIONE: APPROCCIO PAZIENTE-MEDICO

Questo opuscolo è indirizzato ai medici di Salute Mentale nello scopo di sostenerli nell’approccio coi propri pazienti con informazioni formulate da pazienti secondo il loro punto di vista, in modo da colmare lacune e divari, fonte di malintesi fra medici\pazienti;

Malintesi derivati da: pregiudizio, mal-informazione, carenze comunicative, frequenti in questo campo sanitario, che minano il rapporto paziente-medico portando entrambi a non sapere come comportarsi.

Con risultati deludenti sul fronte terapeutico.

La speranza è quella consigliare i dottori raggiungendo quegli orizzonti dove la laurea-medica non prepara, in maniera umile, mirata e verosimile.

Presento per i dottori 4 aspetti principali da valutare,

·                      Diagnosi

·                      Metodica

·                      Rapporto Malato-Pericolo Sociale

·                      Ricollocamento delle Terminologie

precisando per ciascuna d’esse,

·                     parti critiche,

·                     punti di vista da evitare,

·                     rischi che si annidano,

·                     soluzioni del paziente

Diagnosi

I dottori di Salute Mentale nel comporre le cartelle cliniche spesso possono scrivere e riempirle con “Elementi impropri alla diagnosi”, ovvero tutto ciò di estraneo e svicolante da ambito Psichiarico, ma è mascherato come componente patologica e crea nei medici “Uso improprio di Psichiatria.”

Ciò è più frequente di quanto si pensa, poichè i confini tra mentalità e vita privata di un individuo sono molto sottili e si sconfina facilmente.

Anche un dottore laureato può cadere in questo errore, specie perchè nella psiche ogni persona è un piccolo universo a sé, con la sua storia, personalità e circostanze; dunque è difficile attenersi a norme precise, valide per tutti.

Quando si fa una diagnosi di malattia mentale a un cittadino cosa può essere usato in modo improprio?

In genere:

Stili di vita alternativi e originali, idee personali, credenze religiose, rapporti interpersonali travagliati, disoccupazione o indolenza al lavoro.

E’ proprio su questi aspetti che si genera confusione, si tenga presente di rispettare questi elementi dell’individuo,

questo rispetto lo si ottiene solo distinguendo:

·                    la componente psichiatrica

·                    dalla componente di privacy.

Se lo psichiatra non fa tale distinzione non trova i confini e l’equilibrio: fra la diagnosi e la vita dell’utente.

Ciò che riguarda il proprio lavoro su cui tracciare il percorso col paziente e ciò che non riguarda il lavoro di psichiatra, di cui neanche parlare.

E’ quindi indispensabile fare Distinzione per rispettare il paziente.

Rischio:

Senza accorgersene, il dottore ha una visione distorta della persona in cura e può agire a sproposito, come essere troppo severo, invadente, usare cautele\contenzioni non necessarie.

Con il rischio di crea nel paziente un approccio:

-Paternalistico

-Riduzione in schiavitù,

-Divenire un padrone anzichè medico.

PERICOLO MAGGIORE

Talvolta uno psichiatra può usare inganni, minacce, costrizioni in malafede tenendo i cittadini in suo potere per ottenere pazienti in più e impedire di perderne uno,

·                    Allo scopo di tenere alto il numero di pazienti e fare carriera!

Evitare di:

-Usare Elementi Impropri per scrivere una diagnosi psicopatologica.

-Considerarli un sintomo.

-Strumentalizzarli a scopo coercitivo.

-Usarli per giustificare azioni coercitive, inganni, TSO.

Soluzioni dal Paziente

Per ridurre tali equivoci, per lo psichiatra è utile ricordarsi che:

-non è prete

-non è poliziotto

-non è assistente sociale

-non è guida spirituale\maestro di vita

In sostanza si occupa unicamente della salute biologica della persona, se il cervello possiede le funzioni cognitive intatte o le ha ri-ottenute; altri problemi esulano dall’ambito medico, quindi sono personali.

Tipo:

lavora, non lavora, non vuole lavorare, non vuole studiare,

è mal educato, volgare, presuntuoso, ribelle,

si isola, è solitario, non è fidanzato\a,

litiga coi familiari, è pericoloso lasciarlo a giro per le strade.

Se anche avviene, è roba per i mestieri citati sopra, si tratta di compiti affidati ad altri enti, fuori dalla sanità.

PER LA RIUSCITA lo psichiatra ricordi anche:

-non fare forzature

-non pensare al motto “DEVE ESSERE PER FORZA MALATO!”

-oppure “GLI DEVO DARE LE MEDICINE! SE NO CHE CI STO A FARE? NON MERITEREI LO STIPENDIO!”

-Se Tizio… spingerà gli psichiatri a occuparsi di simili temi avrà torto.

-Se Caio… accuserà di egoismo e negligenza gli psichiatri avrà torto. I medici fan bene a rifiutare.

IMPORTANTE E’

sapere che se uno psichiatra rifiuta di prendere in carico qualcuno non dovrà sentirsi EGOISTA ma rispettoso, perchè sta rimanendo entro i limiti del suo ruolo.

Se il cittadino ha tali problemi non è roba per lo psichiatra, non necessariamente.

Adottare questo motto:”Se il cittadino si rovina la vita sono fatti suoi.”

Dimenticando tali concetti si cade in “Uso Improprio Psichiatrico”:

-nel Paternalismo

-nel Controllo Sociale

-nel Sostituto della Polizia

Diagnosi di Cautela:  IPOCONDRIA, SCHIZZOFRENIA

[VEDI IN FONDO]

Metodica

Si tende a usare strategie subdole per la presa in carico di un cittadino.

Ciò si giustifica con l’idea che sia necessario poichè un cittadino:

– “E’ PERICOLOSO”

– “NON SI RENDE CONTO”

– “MANCA DI INSANIT”

– “HA BISOGNO DELLA CURA E NEANCHE LO SA, POVERINO AIUTIAMOLO…”

Spesso nelle città i cittadini strumentalizzano servizi psichiatrici per gestire vicende familiari private che non hanno che fare con malattie mentali.

In alcune realtà casalinghe, i familiari non vanno d’accordo e i litigi sono quotidiani, vogliono dominare l’uno sull’altro e non si trova soluzione.

Così i componenti cercano aiuto oltre la cerchia familiare, verso le istituzioni.

Talvolta, i comuni non sono attrezzati o non hanno voglia, fatto stà che indirizzano i cittadini nel servizio Psichiatrico locale.

Ecco che gli psichiatri finiscono per esser coinvolti in situazioni di disagio sociale\familiare dove non è il loro campo; ma sostituiscono assistenti sociali, mentori, preti, polizia… forse loro malgrado.

Bisogna dire che i cittadini in cerca di aiuto a volte non cercano “aiuto” ma complici per i loro ignobili scopi, ovvero sottomettere alcuni membri della famiglia, manipolarli o levarseli di torno.

In effetti, per loro bieca comodità a scopo personale, strumentalizzano le istituzioni.

Succede che gli psichiatri si lasciano manipolare, trasformandosi in una sorta di “Polizia Familiare”.

Istigati da parenti, i dottori prendono in carico tali cittadini lì sedano e li rinchiudono, facendo il braccio di subdoli intenti.

Talvolta i dottori sono ingannati anche loro ma accade che siano in malafede, cioè che si accorgano del misfatto e si prestino per tali scopi, accordandosi volontariamente coi parenti.

Pultroppo, avviene anche questo.

Oppure in una località, le Forze dell’Ordine non vogliono occuparsi di certi crimini e s’aspettano che lo faccia la Salute Mentale della zona.

Succede con:

– abusi familiari

– aggressioni domestiche

– litigi fra genitori\figli, fratelli…ecc

Lo Stato Italiano, invece della Polizia cerca l’intervento della Psichiatria, poichè le faccende familiari è scomodo risolverle coi tribunali.

Ecco che gli psichiatri finiscono per esser coinvolti in reati giuridici sostituendo la polizia, giudici, avvocati,

Pultroppo, avviene anche questo.

Rischio:

-Strumentalizzazione psichiatrica, sottomissione dell’individuo

-Riduzione in schiavitù o averla favorita

-Paternalismo, tener conto di 1 solo punto di vista

-Invadenza, cure diventano dominanti

-Parzialità, valutare la presa in carico come “per assecondare capricci dei parenti”.

Evitare di:

Adoperare frasi “per il suo bene”, “non si rende conto” per giustificare:

– TSO.

– Minacce di TSO

– Inganni, Forzature Varie

– Sperare che con tali mezzi si otterrà fiducia del paziente.

– Ascoltare solo la versione dei familiari o di una sola fazione.

– Prendere in carico qualcuno su richiesta di parenti come per tenere a bada qualcuno “scomodo”.

Soluzioni dal Paziente:

Voi psichiatri non abbiate paura di rispondere ai parenti in maniera esplicita, rifiutando di aver a che fare con certi drammi.

Se non è roba sanitaria, mettetelo in chiaro e rispondete:

“SONO PROBLEMI VOSTRI! NON E’ COMPITO NOSTRO, CI SPIACE MA VADA ALTROVE!”

“SIGNORE, VADA AL SEGRETARIATO SOCIALE NON QUI!”

PER LA RIUSCITA lo psichiatra ricordi:

Se il cittadino si rovina la vita son problemi suoi.

-Se qualcuno è pericoloso ci stà la Polizia o ass.sociali.

-Preferire abbandono del caso alle costrizioni, invadenza è illeggittima.

-Se si occupa di disagi familiari senza motivi psichiatrici,  peggiora la situazione e toglie fondi\risorse a chi necessità davvero.

IMPORTANTE E’

Anche qui non sentitevi EGOISTI a declinare la presa in carico del caso e rifiutare.

Quando vi accusano di egoismo\negligenza, hanno torto.

Rapporto Malato-Pericolo Sociale

Spesso una persona nega di essere malata di mente, in tali casi lo psichiatra è volto a credere che ci sia mancanza di consapevolezza e di Insanit.

Inoltre, capita che un paziente mostri maleducazione, ostilità verso i medici, familiari o il mondo intero; sentendosi perseguitato e soffocato dalle autorità.

Oppure un paziente è violento e non disposto a comunicare.

Per un medico agire con mezzi subdoli\coercitivi può sembrare l’unica soluzione ma così rovina l’approccio medico-paziente permanentemente.

Come fare allora?

Come Utente dico agli Psichiatri che le motivazioni possono essere molteplici riconducibili a tutto fuorchè a malattie mentali.

Ritengo la chiave per valutare è :

·                       coltivare le qualità interiori di UMILTA’, ONESTA’ INTELLETTUALE e CORAGGIO.

·                       conoscere il “RAPPORTO CAUSA-EFFETTO”.

Lo psichiatra deve riconoscere che a volte può sbagliare e diagnosticare malattie mentali a chi invece, è sanissimo.

Qualora la persona “nega la malattia”, è maleducata o si sente perseguitata…può avere ragione.

Probabilmente, il soggetto in questione stà attraversando un periodo difficile o persino la sua vita è stata ardua;

pertanto soffre di:

– esaurimento nervoso

– stanchezza mentale

– distirbi emotivi

– mancanze di comunicazione

– danni psico-fisici agli organi

dovuti all’ambiente domestico, lavorativo, esperienze e tipo di esistenza che svolge .

Se tali eventi sono quotidiani allora il danno diventa cronico e mette radice nell’individuo.

Simile condizione non è dovuta a malattia ma a problemi privati, che andranno rispettati.

Pultroppo, uno psichiatra che visita tale persona in simili condizioni può vederci una patologia psichiatrica. Tuttavia può essere un errore.

Se il medico pensa a una malatia mentale forse è solo una frettolosa e superficiale valutazione troppo limitata;

In realtà il soggetto è solo una vittima di circostanze avverse che si è ammalata per stress, maltrattamenti ecc…

Che dire quando un paziente è violento o diffidente?

La colpa è una malattia o l’atteggiamento del Dipartimento Psichiatrico?

Ecco il dilemma causa ed effetto.

Per dare a voi psichiatri l’idea di quanto serve andarci cauti con la confusione Causa-Effetto riporto 2 esempi pratici :

a.   In una piccola città dove tutti si conoscono, una notte viene commesso un delitto.

La folla inferocita cerca il criminale che vaga per le strade, ma non sanno bene che aspetto abbia.

Vedendo un estraneo che non è del quartiere, credono a casaccio che sia il colpevole e lo inseguo.

Gridano con le fiaccole e i forconi di volerlo linciare a morte.

Vedendo che l’estraneo scappa la folla conclude di aver trovato il colpevole: il fatto che fugge lo conferma.

L’estraneo asserisce “Questi chi cavolo sono? Non sono colpevole di niente meglio se scappo!”

b.  In un palazzo vive uomo scapolo e senza figli.

I parenti litigano spesso con lui.

Si inventano pretesti per litigare e tutti insieme gli danno torto in maniera pubblica.

Dopo alcuni mesi di litigi, la psichiatria locale lo dichiara “incapace di intendere e volere”.

Viene rinchiuso in una struttura per malati di mente per le cure necesarie.

Non avendo moglie o figli, il tribunale stabilesce che i suoi beni vadano ad altri familiari.

Fra i suoi beni c’è una lussuosa mansione in campagna con 30 stanze e vigneto di 50 acri.

La intendeva lasciare in beneficenza alla sua morte ed la invidiavano tutti.

Qual è l’evento causale\scatenante e cosa ha avuto come effetto? Sembra una barzelletta o un dramma da film giallo ma è proprio così che succede!!

E’ verosimile con quanto avviene in psichiatria coi TSO, azioni coercitive e Manicomi Criminali.

In Psichiatria dove il problema è “dentro”, risulta ancor più arduo.

Rapportando l’esempio alla Salute Mentale sappiate che le possibilità sono due:

1

CAUSA =                                              MATTO SPACCA TUTTO

EFFETTO =                                     SI VEDE NECESSARIO ATTUARE TSO,

LEGARE IL PAZIENTE, INGANNI, OSPEDALI GIUDIZIARI.

Oppure:     2

CAUSA            =                    PSICHIATRI SUPERBI DOMINANTI, SPAVALDI CHE ATTUANO MINACCE, INGANNI, COSTRIZIONI, TSO

EFFETTO                 =        CITTADINO NON SI FIDA E SI SENTE DIVIENE “MATTO CHE SPACCATUTTO”

Ai lettori l’ardua sentenza.

A detta di un Utente:

Molto spesso la soluzione si risolve banalmente e vigliaccamente incolpando il matto perchè fa comodo

Si prendono le parti della maggioranza.

(ecco la psichiatria)

Serve esercitare un certo atteggiamento.

La prima facoltà da esercitare é:

– L’UMILTA’

seguita da:

– ONESTA’ INTELLETTUALE, CORAGGIO

Altrimenti, lo psichiatra non ammetterebbe mai ERRORI.

Sarebbe troppo sicuro di sè, mostrando SUPERBIA, credendosi un Dio INFALLIBILE.

attribuendosi il diritto di DOMINARE ALTRI.

Dunque, si arriva alla scelta avventata e sbagliata.

Aborrite simili atteggiamenti?

Rischio:

-ASO, TSO FATTO A CAVOLFIORE.

-Uso massiccio di medicine invece di dialogo.

-Sottomissione Paternale.

-Chiamare lo psichiatra quando servirebbe lo psicologo.

-Chiamare lo psichiatra quando servirebbe un Carabiniere.

-Chiamare lo psichiatra quando servirebbe un insegnante di galateo.

-Sostituirsi al Prete e dare lezioni di vita.

Evitare di:

-Che lo psichiatra sviluppi il complesso del Dio.

-Interpretare “negazione della malattia” come mancanza di consapevolezza.

-Interpretare diffidenza, maleducazione e ostilità del paziente come sindrome persecutoria.

-Vedere temperamento aggressivo dei pazienti come conferma di malattia.

-Diagnosticare “la malattia che non c’è” per rinchiudere un rompi scatole.

Soluzioni dal Paziente:

Lo psichiatra deve riconoscere che a volte può sbagliare e diagnosticare malattie mentali a chi invece, è sanissimo.

Chi è LA CAUSA e chi L’ EFFETTO? Come distinguere?

PER LA RIUSCITA lo psichiatra ricordi:

– Valutare senza fretta.

– Valutare ascoltando molti punti di vista.

– Ascoltare prima il punto di vista del paziente.

– Evitate di dare ragione alla maggioranza.

– Non sempre si ha il quadro generale della questione.

– Prontezza nell’ammettere errori o sviste.

– Agire nell’interesse del paziente non ai comodi dei parenti,

delle Istituzioni o per levare un pericolo dalle strade.

– Ripetersi spesso: “Sono Psichiatra non Poliziotto!”

IMPORTANTE E’

La pressione della maggioranza può essere deviante.

Familiari, altri cittadini, enti pubblici, possono richiedere a un servizio psichiatrico di rinchiudere

qualcuno in reparto e levarlelo di mezzo, perchè rompe le scatole.

Un medico si sente alle trette, il timore di essere persino denunciati di lasciare un pericolo a giro

induce a seguire la maggioranza e il capriccio dei potenti.

Anche a torto.

Potreste: inventare una diagnosi psichiatrica,

ingannare il paziente,

ordinare il TSO.

perchè siete 1 contro tutti. Ed è quello che si aspettano da voi.

Abbiate coraggio, umiltà e onestà.

Fate ciò che giusto, non la vostra convenienza.

Valutate l’esistenza di una malattia mentale con chiarezza senza condizionamenti.

Valutate poi se occuparvi del “malato” e con quale metodo.

Senza inventarvi false diagnosi per scacciare i rompi scatole.

Consigli

-Porte aperte in reparto. Mettere un portiere-infermiere davanti alle porte, tenendole aperte.*

-Assistenti Sociali specializzati: separare quelli che seguono cittadini-malati. Che seguano solo quelli.

-Disporre che con l’autoambulanza i malati di mente siano portati al CSM invece del Pronto Soccorso.

-Disporre fra Ass.Sociali, Manager che tracci progetto individuale per singolo cittadino.

* Per ovviare l’abbandono del paziente, stabilire nel reparto 2 strategie: lo “stato abitudinario” e “lo stato di allerta”. Nel primo mettere 1,2 infermieri seduti di fronte alle porte per evitare che pazienti escano senza controlli, così da tenere le porte aperte. Se un degente cerca di andarsene, approfittando della porta spalancata, si attiva lo “stato di allerta” dove le porte vengono chiuse a chiave. Mantenere lo “stato di allerta” fintanto che il paziente che tentò la fuga è ricoverato. Dopo il suo rilascio ripristinare “stato abitudinario” riaprendo la porta mettendoci l’infermiere a controllare.

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