di Pietro Barbetta

In Italia stanno per approvare una controriforma che cancella la legge Basaglia, cioè il rispetto della dignità e della cittadinanza dei folli. I proponenti sono militanti del PdL, però a sinistra molti sottovalutano l’attività, sostengono che la legislatura potrebbe cadere prima. Cattiva abitudine della politica: sottovalutare l’impatto culturale di un’iniziativa.

Promuove l’idea che riaprire i manicomi, seppure nella forma di piccole cliniche private, sia un gesto di cura e non una violazione dell’habeas corpus. Anche a sinistra la questione psichiatrica non è ben definita, i regimi a socialismo reale usavano i manicomi per togliere la libertà ai dissidenti, anche oggi, basti pensare al trattamento sanitario degli omosessuali a Cuba.

Trattamento sanitario, operazione sanitaria, termini usati persino per giustificare lo sterminio. Non era così che Eichmann definiva Auschwitz durante il processo a Gerusalemme? Ancora si pensa che il manicomio (grande o piccolo che possa essere) non sia universo concentrazionario, ma luogo di cura?

La controriforma Ciccioli. Non importa che ci siano poche probabilità di approvarla entro fine legislatura, si tratta di una cultura autoritaria che si manifesta, si esprime, sposta l’asse della giustizia verso l’ingiustizia, della cultura verso la tecnologia cieca. Pratiche che si nascondono dietro processi di razionalizzazione tecnologica. A parole tutti la condannano, in pratica si pratica con la giustificazione che funziona.

Vediamo in televisione documentari su Freeman, che praticava la lobotomia a domicilio, con risultati eclatanti: figli ribelli, mogli insofferenti, persone rivoltose, eccentriche venivano definitivamente sedate. Poi si racconta la vicenda della lobotomia a Rosemary Kennedy e si dice che per ragioni etiche fu vietata. In qualcuna delle nostre case di adoratori della tecnologia, ci potrebbe essere un bambino che non capisce: babbo, perché l’hanno abolita se funzionava, babbo, che significa ragioni etiche?

Chi lo sa? Ciò che sappiamo è che ci sono già cliniche private altolocate per famiglie altolocate che nascondono i figli tossici altolocati imbottendoli di vecchi neurolettici, o cliniche convenzionate, che fanno affari d’oro e ne farebbero ancor più con la controriforma. Non più delirio scientifico come un tempo, piuttosto meccanismo economico. Per questo la controriforma reintroduce l’idea che i malnati (si badi bene non i malati, imal-nati) possano essere coerciti, costretti, ricoverati per periodi lunghi, contro la loro volontà, trattati farmacologicamente senza il consenso informato, come avessero commesso un reato. Anzi peggio, perché neppure un carcerato può essere costretto a intervento sanitario senza il consenso.

Si dirà: “È incostituzionale”. Vero, per questo la legge Basaglia – introdotta per applicare la costituzione – fu studiata e adottata in molti paesi democratici; per ribadire che un disordine mentale non può giustificare la reclusione, che la reclusione si legittima solo in presenza di reato.

Il reato, pratica diffusa tra i normodotati molto più che tra i folli. E tra i normali, in Italia, molto più tra i legislatori – stando ai dati dei giornali. Se la decisione di trattenere un folle è giustificata partire dal principio di pericolosità potenziale. Perché allora non fare una legge che introduca una carcerazione preventiva per i parlamentari potenzialmente pericolosi? Come vorrebbe forse Grillo?

La risposta è semplice, perché non bisogna essere forcaioli, bisogna sempre avere fiducia che non ci saranno politici corrotti. Ma se diamo fiducia ai politici, coi dati che abbiamo sul tasso di corruzione, perché non dare fiducia ai folli e non aprire ancor di più la legge Basaglia? Per esempio, perché non si danno precise indicazioni sul trattamento sanitario obbligatorio, che dovrebbe scattare solo in condizioni del tutto eccezionali, dopo che l’unità psichiatrica si reca sul posto e osserva (spesso quando arriva l’ambulanza la situazione è sedata) e solo quando gli operatori non riescono a portare la pace sul posto? Riducendo questi trattamenti a meno del 10% degli attuali? Il nuovo romanzo di Magda Guia Cervesato, dal titolo lapidario: TSO (Sensibili alle foglie, 2012) ci invita a pensare al ricovero coatto dal punto di vista di chi lo attraversa, su cosa può accadere a una donna che riceve un TSO oggi.

Si dirà, ci sono tanti pazienti psichiatrici che sono contenti dei trattamenti, anche degli elettroshock. Vero. La psicologia sociale ha studiato a lungo e con competenza il fenomeno dall’obbedienza all’autorità e del fascino che subisce un persona sequestrata nei confronti del sequestratore, perché allora non liberalizzare il sequestro di persona?

In molte parti d’Italia la Centottanta non è stata mai applicata, si è sempre disastrosamente fatto, illegalmente, ciò che verrebbe legalizzato ora, non mi pare che dove già si svolgono queste operazioni ci siano centri di eccellenza psichiatrica. Questa legge è una sorta di condono edilizio mentale. È paradossale: dopo l’encomiabile proposta di chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari avanzata da Ignazio Marino, viene proposto l’opposto per gli ospedali psichiatrici non giudiziari. Viviamo in un paese pronto a una diagnosi di dissociazione.

Come mai i servizi di diagnosi e cura psichiatrici sono, in molte regioni, affollati, mentre in altre zone sono quasi vuoti? Come mai non si istituisce una commissione d’inchiesta per capire la differenza numerica tra i ricoveri coatti a Milano e a Trieste? Perché non si prende atto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera la legge 180 come eccellenza psichiatrica? Com’è che non si considera che gran parte delle ricerche non finanziate da enti di parte mostrano che il primo fattore di miglioramento delle psicosi è costituito dai social network (le reti sociali che in Italia stanno scomparendo per via dei tagli economici degli ultimi vent’anni)?

La nuova proposta legalizza l’illegale che già c’è. Costringe le persone al ricovero contro la loro volontà. È illegale, ma se la legge dà al medico il potere di costringere, allora diventa legale. Viene in mente il Creonte di Antigone. Il tiranno può legalizzare l’oscenità, non sarebbe questa la prima volta. Ma come non avere il coraggio di reagire come Antigone? Saremo capaci di agire come Antigone? E tu hai osato sovvertire queste leggi? Il mio Dio non le impose. Né la Giustizia ha stabilito queste leggi per le persone.

(da www.doppiozero.com)

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