E’ uscito su La Repubblica l’articolo di Alberto Custodero “Addio manicomi giudiziari. Da oggi 1000 detenuti in cerca di una seconda vita”. (Vedi il pdf allegato)

In questo articolo il giornalista scrive anche di stopOpg, ed è un bene. Ma lo fa “interpretandone” la posizione, e questo è meno bene, laddove non corrisponde pienamente alle posizioni espresse.

Anche se sappiamo che lo scritto giornalistico spesso non coincide con le posizioni ufficiali (nel nostro caso espresse più volte: dai documenti ai comunicati), occorre una precisazione.

In particolare quando nell’articolo si scrive “stop opg…. ammonisce a non ripetere gli errori avvenuti con la legge 180..”: non è la posizione di stopOPG ! Gli errori non stanno nella legge 180, ma semmai al contrario negli ostacoli – perduranti – alla sua applicazione.

Idem per quanto riguarda la frase “c’è il rischio che i detenuti dimessi perchè non più pericolosi … non trovino, una volta “liberi”, strutture idonee ad accoglierli”: non necessariamente di strutture si tratta (che evocano luoghi fisici istituzionalizzanti) ma di quei “progetti di assistenza individuali” offerti a tutti gli internati, che dovranno avere quindi diverse caratteristiche. Progetti individuali che peraltro abbiamo rivendicato anche con l’ultima proposta, scritta in occasione dell’approvazione dell’emendamento Marino. Per ciò che può servire, scriveremo una precisazione a la Repubblica, pur apprezzando l’insieme dell’informazione fatta. Di questi tempi non era scontato un articolo “aperto e problematico” sulla vicenda OPG. Troppo spesso emergono solo le posizioni “assolute”: di chi “santifica” la legge approvata (esultano, dicendo che gli OPG sono finalmente aboliti, mentre sappiamo che non è così) …. o di chi la demonizza (paventando matti omicidi in libertà, allarmismi già visti con la 180).

La lettera inviata a la Repubblica:

c.a. Alberto Custodero- La Repubblica

Caro Custodero,

Un ringraziamento,

abbiamo apprezzato lo spazio dedicato da “La Repubblica” alla vicenda OPG e la ricchezza dei contenuti del suo articolo “Addio manicomi giudiziari. Da oggi 1000 detenuti in cerca di una seconda vita” pubblicato ieri.

Di questi tempi non era scontato vedere un’intera pagina di un quotidiano (con informazione chiara ed essenziale) sugli OPG e un articolo “aperto e problematico” sulla vicenda. Troppo spesso emergono solo le posizioni “assolute”: di chi “santifica” la legge approvata (esultano, dicendo che gli OPG sono finalmente aboliti, mentre sappiamo che non è così); o di chi la demonizza (paventando matti omicidi in libertà, allarmismi già visti con la legge 180 e di cui Basaglia scriveva: «dopo l’apertura dei padiglioni di Gorizia, nel 1963/64, tutti si aspettavano di vedere cose orribili. E non accadde nulla (…)

E poi, finalmente, stopOpg ha potuto parlare da un giornale grande e prestigioso come la Repubblica. Anche questo non è scontato, la nostra battaglia per l’abolizione degli Opg dura da anni e l’abbiamo condotta spesso in “direzione ostinata e contraria”.

Una precisazione

Dobbiamo però fare una precisazione.

Anche se sappiamo che lo scritto giornalistico spesso non coincide con le posizioni ufficiali (nel nostro caso espresse più volte: dai documenti ai comunicati), occorre una precisazione.

In particolare, quando nell’articolo si scrive “stop opg…. ammonisce a non ripetere gli errori avvenuti con la legge 180..”: questa non è la posizione di stopOPG ! Per noi gli errori non stanno nella legge 180, ma semmai, al contrario, negli ostacoli – perduranti – alla sua applicazione. Le stesse perduranti resistenze che il legislatore affrontò prima con la legge 833, che poi indussero a imporre un termine e a dedicare finanziamenti ad hoc per la chiusura delle strutture manicomiali e che la ministra Bindi (a fine anni ’90 !) dovette superare con ripetuti interventi. Ancora oggi la legge 180 è sovente disattesa, come la nostra Costituzione. Perché sono Leggi ambiziose, come devono essere le grandi riforme. E proprio per questo il lavoro per attuarle è incessante, ma ne vale la pena.

Un auspicio

Ora sarebbe importante tenere accese le luci dell’informazione sull’applicazione della nuova legge per gli OPG. Ad esempio entro marzo è prevista un’Intesa Governo Regioni.

Si apre una fase delicata: l’applicazione della legge, con la chiusura dei vecchi OPG prevede anche l’apertura di nuove strutture speciali “di cura e custodia” dove attuare la misura di sicurezza. Di fatto mini OPG: luoghi più decorosi degli attuali manicomi criminali, certo un sollievo per gli uomini e per le donne oggi internati in strutture indegne di un paese civile. Ma perché accontentarsi di questa “riduzione del danno” che poi rischia di essere l’unica risposta ? Perché perpetuare la logica manicomiale ? Quando con la stessa spesa, una maggiore probabilità di cura e riabilitazione, gli stessi obiettivi di sicurezza qualora necessari, le leggi esistenti permettono una reale alternativa al modello di “cura e custodia” tipico dell’OPG (e dell’OP) ?

Ecco perché abbiamo proposto a Governo e a Regioni di utilizzare subito le risorse messe a disposizione dalla legge appena approvata per i “progetti terapeutico riabilitativi individuali” offerti dai Dipartimenti di Salute Mentale a tutti gli internati, che dovranno avere quindi diverse caratteristiche a seconda dei bisogni.

E ciò è ancora più importante finché non cambia la legge sull’imputabilità del “folle reo”. Perchè la magistratura altrimenti continuerà a disporre “misure di sicurezza” prevalentemente in OPG cioé nelle nuove strutture che li sostituiscono, alimentando così l’ultimo baluardo della legislazione speciale sui malati di mente, che sopravvive come tragica opposizione alla conquista di civiltà della legge 180.

Rinnovando la disponibilità a collaborare, un cordiale saluto

p. stopOPG

Stefano Cecconi, Fabrizio Rossetti

www.stopopg.it

 

la risposta diAlberto Custadero:

Carissimi, ma è ovvio che il problema non è la 180 ma la sua applicazione, pensavo che fosse scontato, ma se non lo è mi scuso per l’imprecisione e la prossima volta lo preciserò senz’altro. grazie per il resto teniamoci in stretto contatto. tanto sappiamo tutti che nel marzo del 2013 sarà un disastro…..

a disposizione

alberto

Repubblica 10 02 2011- Custodero

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