Cari Colleghi,

riprendo il filo del discorso avviato (tra altri rivoli paralleli comunque fecondi in un momento topico per il futuro degli Opg) con questa mailing list dopo la lettera di Cesare Bondioli e le diverse prese di posizioni a proposito del dibattito aperto con la Legge Marino per la CHIUSURA degli stessi Opg entro il 31 marzo 2013.

Non a caso riprendo il filo dalla nota di Roberto Mezzina che riprende a sua volta la mia precedente e rilancio la riflessione su questo spazio perchè, dopo aver letto il Decreto con le caratteristiche delle Strutture alternative stilato dal Ministero della Salute (con la partecipazione di rappresentanti delle cinque Regioni sede di Opg più Liguria e Puglia), sono seriamente preoccupato perchè rischiamo non solo di portare su di un binario morto il percorso avviato faticosamente (chi c’era lo sa) con il Dpcm del 1 aprile 2008 ma anche di aprire un pericolosissimo varco verso la riapertura mascherata degli Ospedali Psichiatrici chiusi con la legge 180.

Ripercorrendo questi anni dopo il 2008 si è avviato nei Tavoli Tecnici in Conferenza Unificata (di cui faccio parte) un serrato confronto tra Regioni e Ministeri per affrontare in maniera sostenibile ma anche propulsiva il superamento /chiusura degli Opg che da subito si è posto come argomento delicato tanto che lo stesso Dpcm gli ha riservato un allegato apposito.

Per quanto riguarda poi il fondamentale lavoro dei Bacini interregionali quello che comprende Toscana, Umbria, Liguria e Sardegna ha da subito iniziato a lavorare in maniera congiunta costituendo formalmente (molto prima dell’Accordo in Conferenza Unificata del 13 ottobre 2011) un Gruppo di Lavoro Interistituzionale che comprendeva anche i quattro Prap di riferimento territoriale oltre ai due Ministeri coinvolti (Salute e Giustizia) e la Magistratura di Sorveglianza. La premessa dei nostri lavori era che, a legislazione vigente, ciascuna delle parti in causa ed in un clima di Leale Collaborazione avrebbero dovuto assumere impegni e destinare risorse per favorire un percorso chiaro e progressivo. Siamo partiti dal concetto chiaro che Montelupo andava CHIUSO (adesso finalmente è Legge !) e che ciascuna delle quattro Regioni si sarebbe occupata della Presa in Carico dei propri pazienti psichiatrici ospiti di Montelupo stesso perchè autori di reato. Ovviamente ciascuna Regione avrebbe lavorato da subito per la pronta dimissione dei dimissibili con il diretto impegno dei DSM di riferimento anche attivando o utilizzando Strutture Residenziali Sanitarie a diverso gradiente di intensità di cura per quei pazienti non più sottoposti a misure di sicurezza secondo le modalità organizzative della Salute Mentale e le risorse proprie di ciascuna Regione.

Per quanto poi riguarda la quota rimanente di pazienti ospiti di Montelupo o comunque di competenza del Bacino che necessitano ancora, a legislazione vigente appunto e per disposizione della Magistratura, di misure di sicurezza e che presentano aspetti clinici complessi avevamo trovato un accordo di massima con l’Amministrazione Penitenziaria per l’utilizzo di piccole Custodie Attenuate totalmente a gestione sanitaria interna (tipo SPDC protetti) ma con protezione perimetrale affidata alla Polizia Penitenziaria. Le quattro strutture di cui sopra, ancora penitenziarie in questa prima fase e solo per i pazienti della fascia residua appunto, sarebbero rimaste di competenza dell’Amministrazione Penitenziaria per quanto riguarda gli stabili (il guscio) e la relativa manutenzione (utilizzando per esempio risorse della Cassa Ammende visto che la struttura rimane di proprietà dell’Amministrazione Penitenziaria) secondo l’Accordo in Conferenza Unificata del 29 aprile 2009 ma affidate tramite apposita convenzione alle Regioni che ne assumono la totale gestione interna attivando inoltre un’apposita convenzione (compresa di modalità delle interazioni necessarie) con la stessa Amministrazione Penitenziaria per la Polizia Penitenziaria perimetrale. Quella soluzione avrebbe consentito di CHIUDERE intanto gli attuali Opg e avrebbe attivato i Dsm (cosa di per sè e comunque non facile e non del tutto scontata……) per i dimissibili con soluzioni territoriali o residenziali. Avrebbe anche attivato contemporaneamente una soluzione cauta (nel senso che dovremmo prioritariamente concentrarci nel far funzionare sul serio i Dsm per i dimissibili avviando un circolo virtuoso) e comunque intanto transitoria, ancora in Leale collaborazione con l’Amministrazione Penitenziaria che ha competenza per la sicurezza, per i pazienti ancora sottoposti a protezione in attesa della concreta attivazione dei Dsm (vedi sopra) anche per un miglioramento del concreto filtro preliminare del disagio prima del reato e per evitare quindi nuovi invii all’attenzione della Magistratura con la quale avviare quindi un’interazione costruttiva.

L’attivazione quindi di quattro piccole strutture a custodia attenuata nel Bacino Interregionale Montelupo, totalmente ed esclusivamente a gestione sanitaria interna e con protezione di polizia penitenziaria perimetrale come da Dpcm, non avrebbe (in nessun caso) comportato la riproduzione di nuovi Opg nel senso attuale e disastroso del termine ma strutture ancora penitenziaria nel guscio (autori di reato) ma sanitaria all’interno (penso per esempio al reparto ospedaliero penitenziario dell’Ospedale S.Paolo di Milano) che ci avrebbe consentito di sistematizzare intanto un tessuto territoriale funzionale per gli altri già dimissibili e preparare i passaggi successivi.

La Legge Marino sostanzialmente favorisce, trova risorse e conferma questo percorso rimandando però ad un Decreto che è quello appunto (ho letto la Bozza) che mi rende oggi assai perplesso. Nel Decreto sembrerebbe che l’Amministrazione Penitenziaria si lava sostanzialmente le mani della questione ed anche i pazienti ancora sottoposti a misura di sicurezza (per gli altri non ci sono dubbi sulla competenza dei DSM già da subito) sono affidati alle Regioni (fortunatamente è sparita almeno PER ADESSO l’ipotesi del coinvolgimento dei Privati) che dovrebbero gestire strutture totalmente sanitarie (magari vecchi ospedali…..) senza protezione di Polizia Penitenziaria perimetrale ma con accordi con la Prefettura e le Forze dell’Ordine attivate al bisogno dal Responsabile sanitario della Struttura (come del resto Castiglione delle Stiviere). E’ noto che qualcuno (per certi versi lo stesso Marino) considera Castiglione un modello e forse lo era prima del Dpcm del 2008 ma oggi che la competenza sanitaria è del Servizio Sanitario Nazionale anche Castiglione è da considerarsi un Ospedale Psichiatrico che la Legge 180 peraltro invece vieta.

L’impostazione che emerge dalla Bozza di Decreto del Ministero quindi riproduce, secondo me, quel modello moltiplicandolo su scala nazionale: venti nuovi Ospedali Psichiatrici quindi !!!

Chi ci garantisce:

1) che l’apertura di queste strutture (che oltretutto costano) sia in definitiva transitoria (visto che appunto costano) ????;

2) che i Dsm, “tranquillizzati” da questi nuovi contenitori, non continuino a chiudere gli occhi sui pazienti di competenza ???;

3) che la Magistratura non continui ad inviare ???;

4) che gli stessi Dsm filtreranno a monte (tanto poi c’è il contenitore) ???;

5) che, (ciliegina sulla torta), se rimangono posti vuoti tra i venti previsti qualcuno non penserà utile utilizzarli anche per pazienti territoriali problematici RIAPRENDO LE PORTE DI FATTO A QUANTI VORREBBERO NUOVAMENTE GLI OSPEDALI PSICHIATRICI ???

Nessuno ha la verità in tasca ma sono convinto che il percorso che avevamo intrapreso nel Bacino Montelupo era quello più sostenibile in questa fase tenendo conto della legislazione vigente, del necessario coinvolgimento consapevole e responsabile di tutti, dei compiti inderogabili dei Dsm per i dimissibili (come per tutti i pazienti territoriali), della risposta al reato in ambiente penitenziario seppur nel pieno rispetto del diritto alla salute ecc.

La fase successiva ci avrebbe portato poi a quello che propone da una parte Bruno Benigni verso una presa in carico diffusa territoriale di tutti (dico tutti) i pazienti attualmente nel circuito degli Opg ed anche a quanto giustamente affermato dagli amici Triestini verso un reale ed efficiente servizio di Salute Mentale che filtri il disagio sul territorio (loro lo fanno) e che se ne fa comunque carico concretamente una volta eventualmente emerso anche in ambito penitenziario se il soggetto è autore di reato.

Ma tant’è !!!!!!

Cordiali saluti

Roberto Bocchieri

(Componente Titolare del Tavolo Tecnico di Consultazione Permanente Dpcm in Conferenza Unificata)

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