green-bardi Giovanni Rossi.

La casetta è piccola. Tutta dipinta di un bel rosso. Un piano, due stanze. Ricorda quelle che disegnavamo da bambini. Un rettangolo, la faccia. Due finestre e la porta. Gli occhie e la bocca. Un triangolo. I capelli.

Dentro il caffè è buono, la persona che lo prepara gentile, l’ambiente confortevole.

Alle pareti una quindicina di stampe. In ogni stampa l’immagine di un cervello. Tutti attribuiti a menti eccelse. Del livello di Rita Levi Montalcini per intenderci. Tutti tranne uno, il cervello di Alvaro Vitali *.

Bizzarria di architetto, vien da pensare.

Tuttavia…..

Ero stato lì per l’ultima volta trentanni fa. La casetta stava laggiù. In disparte, dopo il viale di tigli. Il muro esterno era scrostato, del color schiacciatina, che hanno tante case da queste parti.

L’interno era del tutto spoglio e disadorno. Ero lì in quanto medico di guardia dell’Ospedale Neuropsichiatrico Provinciale. Mi competeva certificare il decesso di una persona che nell’ONP era ricoverata. Sul tavolo, unico arredo della stanza, le sue spoglie mortali.

Tuttavia……

C’era stato un tempo in cui in quella casetta il Direttore Giorgi svolgeva la sua ricerca. Scopo della ricerca confermare anatomicamente la diversità patologica delle persone la cui vita gli era stata affidata. Seguace di Lombroso raccoglieva e conservava i cervelli degli alienati, morti nell’Ospedale Neuropsichiatrico Provinciale. Ne avrebbe scritto sulla rivista da lui diretta : “Il Neurone”.

Tuttavia…….

Venne il tempo in cui quella sua ipotesi perse qualsiasi credibilità e finì a terra come le foglie dei tigli in autunno. Si seppe che la mente non corrisponde con il cervello. Che il disagio mentale è una entità complessa di natura sociale, psicologica, relazionale e somatica E si seppe che il manicomio, l’istituzione totale, era nociva e andava chiusa. Fu così che i cervelli raccolti da una pseudoscienza in quella stanza, vennero trasferiti nel luogo del rispetto e della sepoltura. Quell’episodio viene ricordato come il funerale dei cervelli.

Tuttavia……..

Coloro che ricodano sono sempre meno. Nulla di tutto ciò sanno quei due ragazzi seduti sotto i cervelli di Rita Levi Montalcini ed Alvaro Vitali.

Nulla sanno di quando c’era il manicomio.

La vasta area dell’ONP, i reparti, gli opifici, il parco e la colonia agricola, erano delimitati dalla strada statale per Parma, dalla ferrovia per Milano, dalla strada di circonvallazione e dal confine comunale. Migliaia di persone vi furono internate, spesso per sempre. Centinaia vi lavorarono perchè di “sana e robusta costituzione” (era questo il requisito per esservi assunti come infermiere).

Il progressivo superamento della struttura manicomiale portò a destinarne significative porzioni ad altre attività di interesse pubblico. Venne costruita la sede dell’Apam. La colonia agricola della Bigattera divenne centro di formazione professionale. Altri nuovi edifici vennero destinati a funzioni di prevenzione sanitaria ed all‘istituto zooprofilattico sperimentale. Infine, con la chiusura definitiva dell’ONP, i proprietari presero strade separate. L’ASL riqualificò la sua parte per le sue funzioni istituzionali. Al riuso degli edifici esistenti aggiunse la costruzione ex novo di un Asilo Nido. Di quello che fu il superamento dell’ONP sopravvive laggiù in fondo la comunità Rossonano. Ma pochi sanno che il nome le fu dato da Daniela, e che Daniela dopo aver vissuto chiusa in un corpettone che le impediva l’uso delle braccia e dopo aver dormito per anni in una stanza arredata solo con un letto fissato al pavimento, aveva vissuto la sua liberazione assieme agli operatori del centro sociale ed aveva imparato a dipingere. Rossonano era i suo colore.

L’Ospedale Poma vendette la sua parte. Compresa la casetta. In quell’area la società Green Park ha aperto il “parco della salute”.

Ora persino una porzione della tangenziale sud attraversa l’area che fu dell’ONP.

Tuttavia….

Ci sono persone, malate di Alzheimer, che sono testimonianza, purtroppo inconsapevole, di quanto corrisponda a verità la frase :” senza memoria non c’è futuro”.

Tuttavia…..

L’ area dell”ONP di Dosso del Corso ha subito una totale frammentazione senza che sia stata conservata alcuna memoria di quanta vita sia passata per quegli edifici e quel parco nell’arco per tutto il 900.

Eppure le proposte c’erano e ci sono e sono state fatte conoscere ai proprietari ed ai vari direttori generali che si sono succeduti nel tempo. Qualcuno scrisse che non gli interessava, qualcuno pensò bene di fare cancellare dalla facciata la scritta storica “Ospedale Neuropsichiatrico Provinciale”, qualcuno ha promesso. In ogni caso risultati zero. Amnesia di quello che fu l’ONP. Non ci resta che sperare in un nuovo film di Alvaro Vitali : Pierino in manicomio.

Fatevi sentire

* Alvaro Vitali è stato l’eroe di film di poco cervello come : Pierino contro tutti (1981), Pierino medico della Saub (1981), Pierino colpisce ancora (1982), Pierino torna a scuola (1990)

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