6 – Le ragioni del viaggio di Marco Cavallo nel mondo di fuori.

Rischio proroga per gli OPG, gli ospedali psichiatrici giudiziari, e gravi carenze di risorse nei servizi di salute mentale sul territorio. Psichiatria Democratica, che è parte integrante del cartello StopOPG, ribadisce le sue forti preoccupazioni sull’andamento del processo di chiusura delle strutture, a causa della neoconcentrazione che verrà a crearsi per l’attivazione di centinaia e centinaia di nuovi posti letto, invece di concretizzare programmi di presa in carico individualizzati per ciascun utente, favorendo – in maniera prevalente – l’ingresso in abitazioni già esistenti sul territorio.

La creazione di una task force e il coordinamento del presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, per tutte le iniziative regionali finalizzate a “chiudere presto e bene” gli OPG che nel corso del tempo abbiamo avanzato, forti della nostra lunga esperienze sul campo, sono rimaste inascoltate e ora caos e ritardi la fanno da padrone; condizioni queste che preannunciano un nuovo slittamento della chiusura e perciò ancora custodia e rinnovo di proroghe per gli internati. Tutto questo in assenza, peraltro, di qualsiasi iniziativa legislativa, relativamente alla messa in discussione della cosiddetta “pericolosità sociale” che, a più riprese, Psichiatria Democratica ha richiesto in tutte le sedi di affrontare, come elemento assolutamente centrale per il presente come per il futuro per cittadini autori di reati.

Psichiatria Democratica continuerà – in ragione delle sue scelte e pratiche – a stare, nei processi di cambiamento in maniera attiva e propositiva; i dirigenti e i militanti della nostra organizzazione, difatti, continueranno – affermano Lupo, Attenasio, Bondioli e Di Fede – a sporcarsi le mani, proseguendo le visite (le nuove sono già calendarizzate ) in delegazione in tutti gli OPG del Paese, a fare proposte di merito, a lavorare per rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono lo sviluppo di pratiche di Salute Mentale di comunità.

In questo modo Psichiatria Democratica intende contribuire, fattivamente, al reale superamento delle sei strutture asilari. Senza tregua, incalzeremo, tutti gli attori istituzionali, per contribuire alla realizzazione di reali percorsi di inclusione sociale territoriale, di presa in carico effettiva delle persone ristrette, da parte dei servizi di salute mentale, e non già nuovi luoghi di sofferenza, separazione e di custodia come quelle che vanno delineandosi. Inoltre, Psichiatria Democratica denuncia con forza il progressivo depauperamento – per la sempre maggiore carenza di risorse umane ed economiche – dei servizi psichiatrici sul territorio nazionale, depauperamento che bisognerà fermare subito se non si vorranno vedere vanificate le straordinarie esperienze territoriali maturate nel corso degli anni. Lo sviluppo di quelle pratiche di salute mentale di comunità che hanno reso effettivo un nuovo protagonismo di utenti e di familiari, evidenziando – come fondamentale e irrinunciabile – la multidisciplinarietà del duro lavoro svolto dagli operatori territoriali.

In conclusione, si ribadisce che l’attuazione della riforma costituisce il punto di riferimento e insieme l’argine, per bloccare qualsiasi tentativo di ritornare a regimi di custodia e cura che si vorrebbe attuare destinando sempre più risorse al privato a danno del pubblico che deve rimanere, invece, sempre il titolare di ogni progetto di salute.

Psichiatria Democratica, comunicato, ottobre 2013

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