Sono un ragazzo di Viareggio, adesso vivo a Camaiore. Mi chiamo Allen. Il mio ingresso nel mondo dei farmaci e della psichiatria è cominciato all’età di19 anni adesso ne ho 36. Non so come ci sono arrivato fino a qui. Negli ultimi 5 anni ho fatto un “percorso” nelle strutture che non mi ha portato ad un granchè. Gradirei estendere il mio messaggio di competenza non esclusivamente patologica bensì umana; soprattutto perchè in seguito ad una recrudescenza della mio quadro psicopatologico, chiamiamolo CRISI MISTICA, RECRUDESCENZA o qualcosa di terribile che mi ha squarciato in due il sentimento, il sentire, la percezione della realtà come qualcosa di veramente spaventoso, deforme e profondamente doloroso, che mi ha fatto dimagrire a vista d’occhio di giorno in giorno e non mi permetteva di descrivere cosa realmente provavo. Insomma: in seguiuto a tale crisi ho deciso di ‘uscire’ dall’isolamento tornando a casa ma lasciando il cuore all’ulisse, una struttura sociale, che accoglie persone con una sintomatologia varia e fra le quali alcune in cerca di una casa . Tutte persone con un passato drammatico. Ma nessuna da ‘rinchiudere’.

Io sono una persona dotata di un certo grado intellettivo, ragionevole, sì, sono stato male e malissimo, ma ho avuto anche parentesi positive nel corso della mia giovane vita. Spesso mi hanno rovinato di neurolettici,  fra cui il risperidone che ha contribuito a farmi stare veramente peggio di prima. Mi sono ritrovato ad assemblare casette per i pipistrelli in luoghi veramente da asilo nido e che da metà giugno dovrò nuovamente frequentare. Ho pubblicato delle poesie perche, non riuscendo a dormire per giorni e giorni, scrivevo. Sono piaciute ma di poesia non si campa; anche se di speranza e otimismo e buoni sentimenti e buona energia si. Anzi, proprio di quest’ultima direi di si, sicuramente. Mi farò presto vivo. Sono in procinto di frequentare il foum salute mentale che si riunisce in un quartiere periferico di Viareggio.

Vi ringrazio anticipatamente, Allen

1 Comment

  1. Caro Alessio,
    racconti una storia che, anche se è simile ad altre, soprattutto per le vicende in strutture pubbliche e l’uso irragionevole dei farmaci che in queste stesse strutture vengono somministrati, tuttavia è unica, come ognuna delle storie di cui si viene a conoscenza. Non è una banalità, ma davvero a me pare così. Non sono un esperto, oltretutto vivo a Napoli, ma se a te fa piacere continuare il tuo racconto scrivendomi, fallo (manlio_talamo@cisl.it), oppure mandami le tue poesie che potrebbero trovare spazio nel blog http://www.poeticlandestini.blogspot.com e così, anche se certo in forma diversa, far parte di una comunità e stabilire nuove relazioni.
    Se poi vieni a Trieste a giugno, si potrebbe continuare a parlare lì.
    Ciao e grazie.
    Manlio

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