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Buone e cattive pratiche

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imagesIl diritto alla cura e’ un diritto di cittadinanza. Sospensione immediata della delibera n. 30-1517 “Riordino della rete dei servizi residenziali della Psichiatria”

Il 2 Luglio 2015 è stata pubblicata la Delibera della Giunta Regionale n. 30-1517 “Riordino della rete dei servizi residenziali della Psichiatria”, che ha generato proteste ed indignazione. E’ stata pertanto chiesta da alcuni Consiglieri l’apertura di un Tavolo con i soggetti coinvolti; dopo il primo incontro, avvenuto il 10 luglio, non sembra esserci spazio per modifiche sostanziali.

Con l’attuazione di tale Delibera  la psichiatria  piemontese  farebbe un balzo indietro tornando ad un modello di strutture ospitanti utenti dei CSM precedente alla Legge 180, più simile ai vecchi manicomi e che prevederebbe lo smantellamento della  Residenzialità  leggera come ad oggi è intesa (in contrapposizione a tutte le evidenze della letteratura internazionale).

_DSC4114Di Gianluca Monacelli.

Tutti ai propri posti di manovra! Bisogna tenere ben stretta la barra del timone e puntare tutto a dritta. Mare forza 180 quasi 188. Una nuova sbandata sul fianco sinistro, arriva quasi d’improvviso sulla cultura delle buone pratiche e la lezione basagliana. In un cielo inquieto e cupo cade un’altra tegola, stavolta un macigno, sulla stagione dei diritti e  sulle buone pratiche oramai a rischio sopravvivenza.

Poco tempo fa avevo segnalato al Forum di ‘cosa rimanesse nel Lazio della lezione basagliana’ e come essa fosse a rischio di essere silenziosamente contro-riformata dentro atti legislativi amministrativi, centrali e regionali, senza alcuna Legge nazionale. (vedi l’articolo)

Lettera aperta per riconoscerci in una storia che parla al futuro Al recente incontro di Pistoia, la lettera aperta rivolta a chiunque operi nel campo della cura e a tutti i cittadini e cittadine per l’urgenza di riaprire sulla questione della salute mentale. Il rischio davanti agli occhi di tutti è che “la grande rivoluzione basagliana rischia di svuotarsi e di perdere le sue ragioni d’essere” (Eugenio Borgna) Lettera aperta a un giovane operatore della…

giovaniTrieste – L’11 maggio 2015, all’interno dello storico parco San Giovanni dove ha sede la direzione del Dipartimento di Salute mentale di Trieste, alcuni giovani si sono incontrati per continuare un percorso di riflessione e confronto, intrapreso già da oltre un anno, sul tema della salute mentale.

Parte del gruppo Formazione Giovani Salute Mentale, accompagnato dalla presenza di Peppe Dell’Acqua, ha dato vita ad un dibattito appassionato ed appassionante intorno al tema partendo dagli assunti “cari” al movimento basagliano come quello di mettere al centro dell’interesse sempre e comunque la persona con la propria storia ed il riconoscimento dei diritti inalienabili dell’uomo e della donna.

logo_bisDi Peppe Dell’Acqua.

Riprendo il suggerimento di Luigi Benevelli che invita a segnare all’ordine del giorno il problema della formazionedi formazione.

Nelle facoltà di medicina, di psicologia, di infermieristica, di assistenza sociale e nelle scuole di specializzazione  e di riabilitazione psichiatrica è difficile trovare corsi, seminari, ricerche legati alla storia del cambiamento, alle possibilità di cura e di emancipazione che sono nate dalle prime porte aperte dell’ospedale goriziano. I riferimenti vengono cercati altrove, si studiano malattie, modelli di servizi, assetti sociali e politici che non tengono conto della scelta di campo che il nostro paese ha fatto abbandonando il modello manicomiale, restituendo diritti, e scommettendo sulle possibilità dei singoli. Ovunque si insegna La Psichiatria e ovunque domina la freddezza del paradigma medico, troppo spesso mutuato da assetti culturali e sanitari di altri paesi.

logo2Di Paolo Cendon.

La proposta di legge n. 1985 presentata il 23 gennaio 2014 in tema di “Modifiche al codice civile e alle disposizioni per la sua attuazione, concernenti il rafforzamento dell’amministrazione di sostegno e la soppressione degli istituti dell’interdizione e dell’inabilitazione“giace da più di un anno,  alla Camera.  La proposta di legge mira a cancellare dal nostro ordinamento i vetusti istituti  dell’interdizione e dell’inabilitazione. Si tratta di un progetto di grande nobiltà e importanza, che rischia  però di scomparire  dall’agenda parlamentare, in mezzo ad  altre tematiche  di maggior appeal mediatico. Così però non deve avvenire,  per il bene e la dignità di tante persone sfortunate, tenuto conto che:

logo3di Vito D’Anza.

La questione dei SPDC, dei ricoveri delle persone in crisi, è sempre stata una cartina di tornasole dell’assistenza psichiatrica in Italia dopo la chiusura dei manicomi.

Le questioni cruciali che investono  i servizi psichiatrici di diagnosi e cura ruotano intorno alla contraddizione fondante della psichiatria: la dicotomia cura e custodia, soggettivazione e oggettivazione.

di Gloria Gaetano che conduce discussioni e battaglie a favore della legge voluta da Basaglia e per i diritti delle donne.

C’erano una volta dei lager chiamati manicomi dove persone soffrivano pene e torture nel più degradante abbandono.

L’artefice della liberazione, dell’abolizione dei manicomi, considerato anche dagli studiosi stranieri il più grande intellettuale italiano fu Franco Basaglia, uno psichiatra veneziano, che con passione e volontà di sperimentazione lottò per una riforma che desse libertà, capacità di reinserimento e dignità di persone ai malati.

logo1di Peppe Dell’Acqua.

A Febbraio del 2013 la Commissione parlamentare d’inchiesta sul SSN approvò la relazione conclusiva, frutto di un ampio percorso fatto di sopralluoghi, di verifiche, di audizioni, di testimonianze raccolte in molte regioni italiane.

La Commissione dichiarò che le inefficienze, i ritardi, gli abbandoni e le miserie organizzative non hanno nulla a che vedere con la legge 180.

Di Gianluca Monacelli. La Legge 180 rischia di essere ‘riformata in un quasi silenzio assenso’ sostanzialmente nei fatti, senza alcun articolo di legge o passaggio parlamentare. Si tratta di una riforma che è tutta dentro gli atti delle amministrazioni regionali e centrali, che passa per la spoliazione delle risorse necessarie ai servizi per la promozione della salute mentale per fare “territorio, territorialità, fare con, inclusione sociale, assistenza e impresa sociale (con o senza assistenzialismo), cittadinanza”…