Il Forum salute mentale torna ancora a parlare di comunicazione. Ad un mese dal lancio del nuovo sito e della trasmissione “La Terra è blu” ne parliamo con Stefano Cecconi responsabile del Dipartimento welfare della Cgil e promotore del movimento “Sos Sanità”. Il sindacato nazionale, è uno dei soggetti i fondatori del Forum salute mentale.

Qual è il peso, che nell’attuale situazione di crisi globale, dà alla salute mentale nella costruzione del welfare?

Affrontare questo tema comporta uscire dai confini ristretti del mondo sanitario. Non ci si può limitare ad una risposta di tipo clinico o farmacologico, ma si tratta di trovare delle pratiche attive sul terreno sociale, dal sostegno alle famiglie alle risposte abitative, comprendendo anche momenti di aggregazione. I temi della salute mentale muovono domande alla nostra società e comportano la riorganizzazione di reti del sociale, ma anche del welfare inteso come benessere delle persone. Il welfare oggi è inteso in modo molto “ospedalocentrico”, l’idea invece è quella di creare una rete di servizi diffusi sul territorio. La grande idea di Franco Basaglia e della legge 180. Il discorso quindi va rivolto verso una riorganizzazione delle reti del welfare e un ripensamento della vita di comunità. Esistono a livello locale esperienze importanti, esperienze che dimostrano che questa è la strada da seguire. Per quanto riguarda le politiche attive della Cgil quello che chiediamo sono maggiori fondi per la sanità sia a livello di governo centrale sia in ambito regionale. Come sindacato abbiamo intrapreso un nuovo processo di contrattazione locale sul welfare. Questo programma comprende anche la salute mentale e fa parte di un processo di riconversione stessa della Cgil per ritrovare nelle politiche sociali sul territorio il baricentro di un sindacato capace di fronteggiare le grandi trasformazioni del lavoro e della società.

La Cgil, nel 2003, è stata tra i soggetti promotori nella costituzione del Forum salute mentale, qual è l’impegno attuale del sindacato nei confronti del Forum?

Confermiamo il nostro impegno nel lavoro di programmazione delle attività del Forum. Escludendo l’ultima riunione del Forum salute mentale che si è tenuta a maggio a Roma, ci sono state delle difficoltà in questo ultimo periodo nell’organizzazione della mobilitazione sociale. Come obiettivo oltre a mantenere la nostra funzione di collegamento e di creazione di reti nel campo delle politiche sociali, vorremmo anche impegnarci con una specifica iniziativa in occasione delle prossime elezioni regionali.

Il nuovo sito del Forum e la trasmissione “La Terra è blu” possono giocare un ruolo importante nella comunicazione dei temi della salute mentale e più in generale della salute?

Il Forum con questo nuovo sito rappresenta un’occasione che noi intendiamo utilizzare come opportunità per il rilancio della rete di contatti disponibili e per la nascita di nuove collaborazioni. Penso anche alla possibilità di creare altre forme di comunicazione, ad esempio con Articolo 1 la radio della Cgil.

Restando in tema di cambiamenti qual è il segno più significativo che lei coglie dopo più di 30 anni di vita della riforma psichiatrica?

Esiste ancora una spinta democratica nonostante i diversi tentativi di tornare indietro, non mancano i manicomi mascherati, mi riferisco alle pseudo case di riposo o a alla contenzione con trattamenti farmacologica eccessivi. Tuttavia, dal punto di vista culturale, anche i più reazionari fanno difficoltà a chiedere la riapertura dei manicomi che ormai potremmo dire rappresentano quasi un tabù. Esistono pratiche arretrate in molti campi, ma il manicomio non è più accettato come il contenitore delle devianze.

Ma nel dibattito aperto sulle modifiche alla legge 180 la Cgil come intende schierarsi? Come pensate di intervenire?

Non c’è dubbio che la legge non va cambiata semmai va applicata (con la legge 833 che la “declina” in termini di servizi e pratiche) Per questo le critiche possono essere rivolte piuttosto alla sua mancata applicazione o alla carenza di strutture. Perciò prima di schierarsi per una sua difesa d’ufficio si tratta di fare un lavoro serio per la sua applicazione. Trovo che non sia un tema inserito tra le priorità nell’agenda politica del governo, piuttosto dobbiamo lavorare in una posizione di rilancio nei confronti delle possibili critiche.

Emilia Viola

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